martedì 3 dicembre 2013

De "Il Grande Fonzie riceve in bagno (ed è comunque un leader massimo)"

 
“..è che andavi a tavoletta da molto tempo, e ad ogni miglio percorso perdevi la strada di casa seguendo una mappa ogni giorno più difficile da decifrare. La navigazione era "a vista" e la confusione di bordo aveva passato il punto di non ritorno. C’era stato un tempo quando la destinazione era ben chiara, o per lo meno come doveva essere condotto un viaggio tanto importante. Si tratta solo di questo: riprendere la rotta.” Sembrava difficilissimo ma probabilmente non lo era.

E così il nostro Eroe è andato alla deriva. Non poteva essere altrimenti; da troppo tempo non si preoccupava di niente se non di quelli che credeva fossero i suoi interessi, cose che fino a poco tempo prima avrebbero avuto un peso molto relativo. La sua proverbiale vocina era diventata un grido fastidioso facile da ignorare. Assillato dall’angoscia del “da farsi” e dalla responsabilità dell’essere Capitano aveva smesso di godersi il viaggio. Poi successe appunto quello che non poteva fare altro che accadere.. e in quello stesso momento il grido si rifece vocina, ma con il tono di chi deve andarsene a malincuore: “Rimetti i piedi a terra mio caro amico.. Non sei immortale”. Il botto fu di quelli forti. Ora, chiunque sia stato per mare conosce bene il valore di questo bisbiglio che suggerisce la via più corta, la soluzione perfetta ad ogni situazione, o anche solo un chiaro orientamento tra “tonic” o “lemon”. Silenzio.
Chi c’era disse che andò più o meno così quando si trovò circondato dal Titolare con il conto in mano (che per l'occasione mi piace pensare avesse l'aspetto autorevole del grande Fonzie).

Il Dio del Rock usò una violenza che solo oggi comprendo quanto fosse necessaria. Uno schiaffo in piena faccia. Uno di quei colpi che dissesta, che ti prende di sorpresa mentre stai seduto sul water con il giornale in mano e la faccia da cretino. Una bomba in pieno petto che ti lascia disarmato e senza fiato, ma che se non ti uccide propone l’opportunità di riqualificare quello che stava girando intorno ad un sistema ormai sfuggito da ogni controllo.
Dopo qualche settimana ed alcune allucinazioni dovute a una serie di colpi di calore, al gulliver in panne  e a fantasie erotiche demodè, il Malcapitato cominciò improvvisamente a capire. Successe come un lampo che in un momento gli aprì le porte della percezione grazie ad un vecchio appunto, letto per caso su un diario di bordo archiviato male. Parlava di cose passate.. ma aveva l’apparenza di un massaggio lasciato da un “se stesso previdente” per un momento di crisi mistico/spirituale del futuro.
Da quelle frasi sconnesse intese il delitto che significava dare per scontato molte cose. Capì che nulla succede per caso. Capì che la lezione ricevuta non era altro che la sinesi di una deriva che lo aveva trascinato lontano dai suoi già scarsi ma profondi principi, e che solo un forte terremoto avrebbe avuto quella forza necessaria per rimetterlo in pista.
Si ricordò di quanto era affascinante godersi il viaggio, delle piccole cose e anche di quelle grandi.. e di quanto sia importante capirne la differenza. Di tutte le fortune che il Grande Elvis gli aveva concesso. Si ricordò che le tempeste sono difficili, ma che sono anche ottime occasioni per dare una bella pulita al ponte. Che non servono poi tanti marinai per portare la nave, ma solo quelli giusti. Che certe cose vanno risolte da soli (è il peso dell’essere Capitano) ma anche che chiedere una mano a volte è indispensabile e umano. Che il viaggio va affrontato giorno per giorno. Che ciulare grazie a facebook è molto facile.. ma prova a farlo alla vecchia e poi mandami una cartolina per dirmi com'è andata! Che saper ridere di fronte agli imprevisti non ha prezzo. Che a volte si rimane indietro e che anche questo è umano. Che si tratta solo di fare tutto con criterio, sperando poi in un soffio di vento favorevole che ti spinga un poco più in la. Che di fronte alla Tempesta il buon marinaio si rimbocca le maniche. Che esorcizzare le paure era facile come un passatempo per dei pirati abituati ad affrontare il mare grosso, a seguire la buona stella e a fidarsi dell’istinto. Strano come a volte sia facile dimenticarsi tutto.
Fino a poco tempo fa non avrebbe perso tempo pensando a queste cose, ma quel giorno tutto era  differente, ma allo stesso tempo incredibilmente uguale a sempre.

Certo fu colpito forte e quel colpo di cannone lo prese dritto in pancia, però mai nessun fatto (e in nessun altro racconto marinaresco) fu così provvidenziale. Il nostro eroe si svegliò, si fece la barba e si rese presentabile per il resto della truppa. La lezione era registrata sul diario di bordo e tutto d’un tratto la rotta era nuovamente chiara. Certo non era al massimo della forma ma i presupposti erano ottimi.
Controllò allo specchio se aveva qualcosa tra i denti, salì sul ponte e si guardò intorno con l’aria di chi sapeva cosa dire..   

Con voce impostata raccontò molto, che comunque non significa tutto. Poi verso sera e senza troppa confusione il vascello riprese la navigazione