lunedì 21 dicembre 2009

Della "vita sulla terra"

Recenti studi dell’università di Città del Mexico hanno dimostrato che la tipologia Y dell’Homo Sapiens Sapiens, che chiameremo per convenzione “femmina”, ha preso un percorso evolutivo differente dal resto del ceppo. Nel corso degli anni le condizioni climatiche e la scarsa propensione all’analisi ambientale hanno ostruito i pori utilizzati per il raffreddamento del cervello, aumentando lentamente ma in maniera inesorabile la temperatura interna del celebro, con la conseguente ebollizione dei neurotrasmettitori che portano alcune categorie di informazioni laddove era prevista l’elaborazione e la sintesi delle stesse. La grande capacità dell’organismo umano di adattarsi all’ambiente circostante e alle condizioni avverse ha così sviluppato nella specie “femmina” alcuni istinti secondari che potessero sopperire alle carenze dovute al sopracitato surriscaldamento. Parte dell’emisfero orientale del cervello, normalmente utilizzata dalla tipologia umana maschile per eliminare la sensazione di prurito genitale attraverso lo sfregamento della parte sensibile con l’ausilio degli arti superiori, è stato così lentamente oberato di lavoro per l’esigenza di sintetizzare quelle informazioni in esubero che non trovavano la loro normale destinazione fisiologica. Da qui il Dottor John Armando Perez Rodriguez dell’università di Città del Messico ha spiegato la sproporzionata tempistica di gestazione del pensiero femminile, e la sua propensione ad attribuire significati cervellotici e macchinosi a situazioni potenzialmente banali e accessibili.