mercoledì 27 ottobre 2010

Del "..e come diavolo va a finire?"

..era una sensazione più che altro, che quella notte si faceva sempre più assillante. Il nostro eroe cercava di trovare il coraggio di guardarsi dentro e prendere quella grave decisione che lo avrebbe portato dove non si torna più indietro, ma essere soli quel giorno era un malaffare. Dove si trovassero tutti quelli che avrebbero dovuto farlo ragionare è tuttora un mistero, ma c’è chi dice che niente di quello che stava accadendo in quella maledetta notte era un caso.

Altra sigaretta fumata con la passione di chi sembra trovarsi a celebrare un momento da ricordare, seduto sul ciglio di una strada poco trafficata con l’aspetto di chi ha dormito vestito. Guardava avanti, ma pensava a fatti accaduti. A dire il vero non aveva molto dell’eroe; sembrava più uno che non dormiva da molto, magari con qualche idea malsana per la testa. D’altra parte a quell’ora non si può pretendere di imbattersi in gentiluomini e nobildonne.

“Hei bello, tutto bene? è da un pezzo che te ne stai seduto li per conto tuo.. ti sei accorto di quanto cazzo freddo fa?” disse un guaglione mentre apriva la sua auto parcheggiata sul lato opposto della strada.

“Fammi capire.. credi che sia qui a congelarmi il culo senza motivo come un coglione?” – disse il nostro fenomeno tenendosi la testa stretta tra le ginocchia – “Amico mio, non ce la facevo più a dare un senso alle cose. Tutto era così vuoto da rendermi ogni giorno più cinico e bastardo. Te non sai di cosa sono diventato capace con il passare del tempo.. Non posso fare altrimenti, caro il mio sconosciuto, che vendere i miei principi alla persona meno raccomandabile di questo mondo, in cambio di risposte. Le ho cercate a lungo fino a pensare che non ci siano, ma questa notte sarà differente. Vattene via e fai finta di non avermi mai incontrato. Vai a casa e infilati sotto le tue carissime coperte, continua a berti le stronzate che ti offrono in cambio della sicurezza di un mondo ordinato, lascia che decidano per te quello che è giusto e quello che non lo è.. ma ora vattene! Io ho un appuntamento al quale non posso mancare..”.

Rimase seduto sul marciapiede, si accese l’ennesima sigaretta e non disse più una parola..

venerdì 22 ottobre 2010

Dell'"Apologia dei poveri, delle circostanze e di tutto il resto"

Temperatura in picchiata, molto disordine in soffitta e voglia di camminare a piedi scalzi.
Effettivamente non conosco nessuno che abbia i ripostigli puliti e ordinati, ma si dice che tutto abbia un limite! Cose che ho buttato, poggiato o parcheggiato momentaneamente in passato, si mescolano con il mio vecchio twister, con i giornalini porno nascosti dietro alla cassa delle cose di Natale, con alcune scatole piene di buone intenzioni, con un cartone che non ricordo se contenga soddisfazioni o delusioni (dovrei guardarci dentro ma è troppo in alto e la scala è in garage..) e con il presente, creando una confusione cosmica che nemmeno la fottuta Mary Poppins dei tempi migliori si sarebbe sentita di metterci mano.
Salito in cerca della pazienza e della lucidità che avevo messo dietro al lampadario della nonna, e di vecchio materiale erotico da intrattenimento (prevalentemente vecchi playboy con femmine dal pube ultrapeloso), mi ritrovo immerso in un caos cosmico dove non si trova niente di quello che si cerca. Alcune vecchie foto rovinate sparse qua e là sul pavimento mi ricordano quanto alcune persone rimangono sempre le stesse, di come invece molta gente cambia prospettive, e di come scommettere su qualcuno sia alle volte una roulette russa con quattro colpi nel tamburo, ma questo è parte del gioco. Allora, visto che questa soffitta ha l’aspetto della periferia di Calcutta bisognerà capire se sia conveniente buttare via tutto oppure se sia meglio armarsi di buona volontà e mettere in ordine.. e così magari trovo anche le istruzioni di quel maledetto telecomando universale..
Al lavoro!

..mammamia..alle medie avevo un ciuffo impresentabile!

giovedì 7 ottobre 2010

Del “100 Euro per una sigaretta"

Bene.. Calma e sangue freddo, sorriso delle grandi occasioni e calzetto tubolare nelle mutande.

I fantasmi sono dietro l’angolo, pronti ad assalire il più temerario dei marinai con armi ben più pericolose di quelle convenzionali. Prendo tempo ma loro se ne accorgono e si fanno più invadenti.

Molte cose lasciate indietro, progetti iniziati e mai portati a termine, marinai perduti nel tragitto, alcune soddisfazioni, vizzi, tante occasioni e pochi rimpianti, si mescolano in un calderone dove l’unica cosa chiara è che c’è ancora tanto mare per arrivare a destinazione.

Ma come diavolo ci è entrata la Carrà nel mio Ipod?

giovedì 25 marzo 2010

Del "Thaaaaat's ammoreeeeee.."

Eccoci qua, tutti presi da mille cagate insignificanti che riempiono bene la vita di persone a volte troppo vuote.
Questo primo caldo si è trascinato fino a tarda notte come un’illusione di primavera che promette di restare anche se giassà che non le vale nemmeno la pena disfare le valige. Che meraviglia sono le stagioni.. Credo di farci caso in particolare oggi, facilmente per colpa di quell’ultimo drink che col senno di poi avrei potuto anche evitare. Fase Zen in corso e tutti gli scazzi sono stati abilmente coperti da un’artefatta sensazione di calma apparente, ma che comunque ha la sua dignità. Ho la passione per questa cazzo di primavera! Veramente sono sempre stato travolto dalle mie passioni, fin da bambino..
Sport, lavoro, oggetti, stagioni, sentimenti, strumenti musicali e quant’altro sono stati e sono ancora quotidiane vampate d’amore incondizionato, spesso a tempo determinato. La convinzione che si tratti di ardente sentimento è la parte più incredibile della questione, e la fase dell’approccio leggero all’esperienza è carica dell’emotività classica dei sentimenti più profondi e coinvolgenti.
Per capirci è la prima lezione di batteria, quando senza rudimenti e con qualche dritta, l’abile professore riesce a far partorire all’allievo ignorante un ritmo che lo fa sentire Ringo Starr. Ed è a questo punto che uscendo da quell’ora di lezione il ragazzo si sente diverso, con una nuova missione: “Se continuo così sarò un fottuto fenomento delle percussioni”. Ma poi succede qualcosa con cui non aveva fatto i conti: la pratica. Esercizi, tempi, solfeggio.. che poi hanno tutto il sapore di una promessa iniziale infranta. Ma amore, perchémmai ti sei presentata così bella e leggera allora? E così quell’ardente passione diventa qualcosa di controllato, meno prepotente, più borghese e concettuale. Fortuna vuole che non tutto sia sempre così..
Dio del Rock: Giuro amore eterno (con le dita incrociate eh!) a tutto ciò che mi regala quel brivido, quella coerenza e quel coinvolgimento nel tempo.

…è il Football signori miei… è tutto qui!

giovedì 18 febbraio 2010

Del "Non metterti le dita nel naso!"

Vicino al giorno di cambio mi trovo mio malgrado a pensare all’evoluzione di situazioni, cose.. di come tutto cambi in continuazione e allo stesso tempo rimanga incredibilmente uguale.
Ci vuole una certa dose di attenzione per registrare ogni piccolo ma significativo segnale, distinguendo quello che succede come semplice anomalia oppure come avvisaglia di qualcosa che sta per accadere, anche se di cosa si tratti spesso non se ne ha nemmeno idea. È quella sensazione di trambusto che accompagna i marinai e cha fa percepire che tutto fila liscio, anche se sotto sotto c’è qualcosa che non torna. Non un disagio, ma la netta sensazione che ci sia qualche cosa che sfugge al quadro generale, un fermento che esprime la necessità di mettere ordine, di guardare le cose con un fottuto senso critico, di alleggerire il carico delle cose inutili per questa traversata, di fare la conta di chi c’è e di chi non c’è, di fermarsi un attimo per prendere fiato, di fare un buco bello profondo e buttarci tutto quello che non funziona a modo, di terminare qualcosa che ho cominciato, di fanculizzare i rompicoglioni, di fare la raccolta differenziata e cose di questo genere.
Se è vero che siamo tutti quanti delle puttane in vendita, almeno che il prezzo di posizionamento sul mercato sia alto, senza svendersi per cagate estemporanee, passeggere o poco gratificanti ma sicure. Nel mio ultimo da ventottenne mi ritrovo come un’intollerante figlio di puttana, a volte cinico, ma tutto sommato con un cuore e una testa che guardano al mondo con gli occhi di un ragazzino di sei anni (la cosa negativa di questa situazione è che ancora oggi non mangio volentieri le verdure, mi metto le dita nel naso, sono contento quando ho la febbre e a volte mi piscio addosso..).
Il prezzo corrente di questo marinaio dicono sia di soli due centesimi dell’unica ignota valuta accettata, o in alternativa chi non ne fosse in possesso potrà comunque fare la sua offerta, ma presentandosi con un sacchetto bello gonfio di pietre preziose e brilluccicose.
Il bilancio si dice sia positivo, c’è da controllare la rotta e tarare la bussola..ma la barca è ancora in condizioni di navigare come si deve. Buon viaggio anche quest’anno!

lunedì 18 gennaio 2010

Del "Ma dove diavolo ho messo il telecomando?"

Strana questa notte. Apparentemente come tante, senza niente di eccezionale da registrare sul diario di bordo, dopo una giornata occupata a tenere d’occhio l’orizzonte cercando di evitare eventuali imprevisti.

Eppure quella vocina continua a bisbigliare nell’orecchio. Difficile capire distintamente quello che dice. Il suo tono mi lascia disorientato: così discreto da non lasciare intendere completamente il messaggio, e allo stesso tempo così incalzante da non permettere il sonno.

Dev’essere quello che capita quando il mare è calmo e non è più possibile fuggire da se stessi. Amici, affetti, responsabilità e progetti si mescolano in un vortice che non permette una visione chiara del panorama. E quella voce continua a battere.

Prendersi il proprio tempo, la necessità di creare qualcosa, finalmente di concretizzare le idee, di eliminare il superfluo, del mangiare con la bocca chiusa, di uno sguardo obiettivo, del fottersene del coro, del correre senza impedimenti, del superare il limite, del tenersi in forma e quanto altro. La necessità di osservazione, di sintesi e dell’esperienza individuale, condizione necessaria per mantenere attive le funzioni celebrali. Normale disordine nel quale a volte è necessario ritrovarsi.

Così tanto da fare e così poco tempo. Oggi sarebbe un buon risultato riuscire a prendere in considerazione almeno un aspetto interessante, qualcosa di tangibile, per eliminare almeno temporaneamente quel caos che questa notte è la mia maledizione, che magari domani mattina sarà sparito, ma che comunque oggi fa sentire il sangue scorrere nelle vene. Bene così..


.. Con i piedi poggiati sopra un tavolino che mostra i resti di una vita forse sregolata ma tutto sommato coerente..