martedì 31 marzo 2009

Del "Essere guardie o ladri"

Non mi piace dare facili definizioni alle cose. È riduttivo e comodo, anche perché permette di catalogare persone, fatti ed emozioni differenti in contenitori troppo larghi, dove le differenze si perdono e le sfumature che rendono le cose interessanti si fondono in un tutt’uno dove ci sono solo buoni e cattivi, Batman e l’eccellente Joker, le guardie e i ladri ecc.
Sarà forse una visione opportunista della questione vista l’impossibilità di mettermi coscientemente da una parte piuttosto che dall’altra, ma se non altro credo di essere l’esempio lampante di quanto ci si trovi a convivere con molteplici aspetti della personalità. Credo che “giusto” e “sbagliato” facciano parte un po’ di tutti. La grassa fatica è bilanciare questi fattori.

Strano che questa natura polivalente sia sotto gli occhi di tutti, ma che molti fanno finta di non considerare. Si può essere buoni e cattivi allo stesso tempo? Il fatto è che non si può essere in nessun’altra maniera..

"Dear Elvis, please grant me the serenity to accept the things that I cannot change; the courage to change the things that I can; and the wisdom to know the difference!"

martedì 10 marzo 2009

Del "Giusto mezzo"

Dopo un inverno freddo e avventuroso di navigazione in acque tempestose oggi mi sono svegliato con un raggio di sole che è entrato nella schiena come un abbraccio di cui avevo bisogno. Ormai non ci si preoccupa nemmeno di guardare all’orizzonte per trovare quella destinazione stabilita sulle mappe così inettamente, senza considerare le variabili e gli imprevisti che avrebbero caratterizzato questo lungo viaggio.
Più di sempre oggi mi rendo conto di quanto la pianificazione sia solamente un concetto fatto per essere capovolto all’occorrenza. Ricordo bene il giorno della partenza, la preparazione, lo studio della rotta, delle tempistiche e della strada del ritorno. Di quel piano è rimasto ben poco, e forse solamente un marinaio e la sua ciurma temeraria, che a volte sfida il Dio del Rock e a volte invece ha solo voglia di ormeggiare.
È bastato un colpo di vento contrario per cambiare leggermente rotta, con la convinzione di ripuntare verso il percorso stabilito non appena le condizioni fossero tornate favorevoli.
Senza saperlo puntammo dritti verso una fottuta tempesta tropicale che ha seriamente rischiato di danneggiare quel carico segreto che nessuno nomina e che nascondiamo gelosamente sotto coperta. L’orrenda ciurma ormai non si chiede nemmeno più di cosa si tratti ma lo difenderebbe anche con la vita, come se fosse un pò di tutti.
E fu così che perdemmo la “giusta via”, o perlomeno quella via che stupidamente avevo pensato unica e necessaria per raggiungere il risultato che il mio “ingombrante committente” si aspettava dalla spedizione.
Ancora oggi non so se Lui sapesse a cosa andavo incontro.
Mi torna in mente il principio di tutto, ma non ho ben chiaro quando le cose cominciarono ad andare per conto loro, verso un punto che cambiava continuamente in relazione a quelle cose imprevedibili con cui ci si trova normalmente ad avere a che fare in navigazione.
Oggi come ieri mi trovo per mare. Qualche marinaio è rimasto al porto in attesa di altri incarichi, altri proseguono il viaggio e hanno negli occhi la stessa luce di sempre. Ma tutti ormai abbiamo capito che l’unica cosa da fare è difendere il carico, portarlo a destinazione integro e magari arricchito, rispettare il mare e godersi il viaggio nei brevi momenti che è possibile, pronti a puntare verso una luce all’orizzonte che forse è qualcosa ma forse anche no.
Non ce lo siamo mai detti, ma solo perché certe cose rischiano di sciuparsi con le parole.