lunedì 22 settembre 2008

Del "Sapere o non sapere" (che casino..)

L’invidia fortunatamente è uno di quei sentimenti che di solito non mi appartengono, ma la certezza è qualcosa che invidio alle persone che sanno (?) o che pensano di sapere.

Muoversi istintivamente è molto diverso da agire con la presunzione di conoscere l’obiettivo e la strada per raggiungerlo. Io non so riconoscere il pericolo, non so dove si trova il nord, non so chi è con me e chi è contro, non so di chi posso fidarmi e non so nemmeno se ho il coraggio di fermarmi per dare un’occhiata a quello che c’è sotto. Tutto sommato ci convivo bene, forse perché ne sono cosciente. Ecco, questo lo so.

Poi ci sono quelle persone che sanno, e arriviamo al punto della questione. Non è importante se i loro presupposti abbiano una qualche attinenza con la realtà, l’importante è la convinzione di sapere. Questa condizione è ciò che fa la vera differenza, e consente ad alcuni di avere la conoscenza del bene e del male. È una certezza presunta, ma è comunque una certezza.

Credo in alcune cose e sono certo di poche altre. Mi muovo con una falsa sicurezza guidata da percezioni, vocine e stime sommarie, ma convinto (quasi sempre) che tutto non potrà fare altro che andare per il meglio.

Quando si è in balia delle onde, quello che può fare la differenza è il fegato… o la certezza che il temporale non si trasformerà in un uragano? Mah...

…I don’t know whyyyy I love you, but I dooooo….

lunedì 1 settembre 2008

Del "lasciarsi stare" (chi si ferma è perduto!)

Credo sia colpa di quella vocina che, puntuale, sibila nell’orecchio quando sarebbe ora di mollare il colpo. Ma esiste un momento per fermarsi e uno per correre?

È certo che correre dietro alle cose è un’attività che occupa gran parte del tempo, senza mai fermarsi a riflettere su quanto sia poco importante l’obiettivo, perché in quel momento si tratta della sacrosanta cosa più importante del mondo. Chiunque affermi il contrario è un rinomato coglione. Assaporare la vittoria durante la corsa e qualcosa che, a me come a molti, frigge il cervello… per poi tagliare il traguardo ed accorgersi che il panorama è molto differente da come lo si immaginava, o che il premio della corsa è tanto interessante quanto un disco di Albano.

Succede così che ci si siede a riposare un attimo per autoconvincersi che il premio è una bomba, ma quella cara vocina si rimette a bisbigliare parlando di qualcosa eccezionale, di cui qualcuno aveva raccontato non mi ricordo dove o quando, ma che dicono essere la cosa migliore del mondo… quella vera? Il premio lo metto nell’armadio perchè magari una domenica mi torna utile, oppure lo regalo per Natale a mia cugina antipatica.
Forse è la volta buona o forse no, ma cosa importa.. questo è il bello e il brutto della questione.

Un giorno o l’altro faccio la pace con me stesso.. a Saint Tropez,la luna si chiede peeeerchè..