Credo sia colpa di quella vocina che, puntuale, sibila nell’orecchio quando sarebbe ora di mollare il colpo. Ma esiste un momento per fermarsi e uno per correre?
È certo che correre dietro alle cose è un’attività che occupa gran parte del tempo, senza mai fermarsi a riflettere su quanto sia poco importante l’obiettivo, perché in quel momento si tratta della sacrosanta cosa più importante del mondo. Chiunque affermi il contrario è un rinomato coglione. Assaporare la vittoria durante la corsa e qualcosa che, a me come a molti, frigge il cervello… per poi tagliare il traguardo ed accorgersi che il panorama è molto differente da come lo si immaginava, o che il premio della corsa è tanto interessante quanto un disco di Albano.
Succede così che ci si siede a riposare un attimo per autoconvincersi che il premio è una bomba, ma quella cara vocina si rimette a bisbigliare parlando di qualcosa eccezionale, di cui qualcuno aveva raccontato non mi ricordo dove o quando, ma che dicono essere la cosa migliore del mondo… quella vera? Il premio lo metto nell’armadio perchè magari una domenica mi torna utile, oppure lo regalo per Natale a mia cugina antipatica.
Forse è la volta buona o forse no, ma cosa importa.. questo è il bello e il brutto della questione.
Un giorno o l’altro faccio la pace con me stesso.. a Saint Tropez,la luna si chiede peeeerchè..
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