C’era qualcosa che quella notte aveva un sapore differente. Pesandoci bene erano giorni ormai che il nostro eroe avvertiva fermento dentro e fuori dal contenitore.
Una sorta di irrequietezza di fondo che le puttanate a volte riempivano, ma che sempre più spesso tornava in superficie manifestandosi con un senso di confusione cosmica dovuta alla mancanza di qualche tassello nel quadro generale.
Succede che questo fermento celebrale aveva ottime possibilità di essere il travaglio di qualcosa che gli impiegati che lavoravano a tempo determinato nel cervello stavano duramente elaborando. Visto il caos presumo che il budget fosse limitato e alcuni archivi fossero stati affidati a microapprendisti fannulloni. Si trattava poi solo di questo: ritrovarsi nel proprio disordine e dare fiducia alla ciurma.
Succede che questo fermento celebrale aveva ottime possibilità di essere il travaglio di qualcosa che gli impiegati che lavoravano a tempo determinato nel cervello stavano duramente elaborando. Visto il caos presumo che il budget fosse limitato e alcuni archivi fossero stati affidati a microapprendisti fannulloni. Si trattava poi solo di questo: ritrovarsi nel proprio disordine e dare fiducia alla ciurma.
Forse era solo il periodo ma la tolleranza stava raggiungendo il fondo del barile, e siccome il Dio del Rock è sempre stato un tipo spiritoso (mi dicono sia lui che abbia inventato le barzellette sul dottore e il gioco della bottiglia..), prima mise alla prova i nervi del malcapitato e poi con una scusa qualsiasi lasciò spuntare dall’ultima mensola dell’armadio nella cambusa, la valigia delle grandi occasioni.
I punti di riferimento erano nascosti sotto un mare di cagate, ricordi della cresima e di quella volta che all’asilo vide la sua compagna di classe in mutandine (che momento doveva essere!). Alcuni di quelli che stavano con lui per mare erano stati colti da paurosi deliri probabilmente dovuti a un boccale d’acqua salata, altri avevano solo abbandonato la nave prima della tempesta, e c’era anche chi invece si era messo a mischiare incautamente la merda alle spalle del Capitano.
Il nostro eroe non sapeva bene come, ma c’era qualcosa nell’aria che lo rendeva agitato come un cane prima del temporale.
Il nostro eroe non sapeva bene come, ma c’era qualcosa nell’aria che lo rendeva agitato come un cane prima del temporale.
“Quelle nuvole non promettono niente di buono” disse il mozzo guardando lontano all’orizzonte.
“Vedi verme codardo e spregevole, quello che possiamo fare è cambiare rotta cercando di evitare l’uragano, allungando il percorso stabilito per acque sconosciute, prolungando la navigazione e aumentando così naturalmente l’esposizione al rischio di imbatterci nei gendarmi. Ma c’è un’altra possibilità a nostra disposizione: puntare dritti verso il ciclone, perché lo conosco e credo che quel codardo non sia così bastardo come sembra.. e ti confesso che al solo pensiero mi sento come un ragazzino adolescente dopo i suoi primi sei mesi di navigazione, arrapato al cospetto di una giovane puttana di porto.”
Era quasi l’alba e tutto sembrava ormai andare per il verso giusto...